Consacrazione monastica di Sr. Maria Rachele
A Aalsmeer
Domenica sera, in un celebrazione molto frequentata Sr. Maria Rachele della Divina Grazia ha emesso i voti perpetui e ha ricevuto la consacrazione monastica nel monastero di Maria, tempio dello Spirito Santo a Aalsmeer (Paesi Bassi). Famigliari e amici da Belgio, dall' Italia e dall"Olanda, tra loro anche molti sacerdoti hanno partecipato nella gioia di questa festa.
Durante la S. Eucarestia ho predicato l'omelia sequente.
Omelia
Siamo uomini di oggi e del mondo odierno,
facciamo parte di una società con le sue caratteristiche,
una società secolarizzata.
Sappiamo bene che tempo fa
il clima nella società era molto diversa.
Quanti cambiamenti ci sono stati
nel corso di un secolo:
cambiamenti tecnici,
dall’introduzione della macchina,
fino al internet ed i robot:
l’uomo ha fatto vedere
lo scibile umano e il suo potere.
Tutto questo ha portato
all’ accelerazione del ritmo della vita,
ai cambiamenti nella vita spirituale,
nelle relazioni umane
e cosi via.
Solo un po’ più della metà
della popolazione in Olanda
si dichiara oggi credente: 53%.
Il papa Francesco
nella sua esortazione apostolica Evangelii Gaudium
ha scritto:
Non dovete dire: tutto è andato giù,
no: tutto è diverso, è una sfida
è un mondo nel quale bisogna portare il vangelo.
Un cristiano, un cattolico non può guardare altro
che con speranza, con fede, con un spirito di attesa.
Questo vuol dire che il mondo di oggi
comporta una sfida per tutti noi.
La sfida è proprio in un mondo
dove Dio sembra assente:
renderci sempre più portatori del vangelo,
cercando nel vangelo e nella grazia
il sorgente
della nostra vita,
delle nostre azioni,
delle nostre parole;
e cercare questo sorgente sopratutto
nella Parola definitiva
che il Padre celeste ci ha parlato:
Gesù Cristo, nostro Redentore,
il Verbo Divino,
la via, la verità e la vita.
Sappiamo molto bene tutti noi che
essere lasciati ai nostri desideri,
alle nostre tentazioni, alla nostra rabbia,
al nostro orgoglio, alla nostra invidia
significa diventare tristi, chiusi dentro di noi
e perdere un tesoro,
perdere la vera bellezza della nostra persona,
creata a immagine di Dio.
Bisogna aprirsi.
Cosa vuoi? Regnare o servire?
prendere e vincere o dare e perdere?
Ma chi serve regnerà con Dio
e chi perde la sua vita, la salverà !
Oggi è un giorno di festa.
Suor Maria Rachele perde la sua vita
nella professione perpetua
e la consacrazione monastica.
Perde la sua vita nell’imitazione di Cristo,
che ha dato se stesso per noi.
La professione di Suor Maria Rachele
non è una scelta che piace a lei,
non è perchè gradisce a lei stare
in un convento con consorelle,
invece di sposarsi, no!
Ma profluisce da un impulso interiore,
dal desiderio del cuore,
nel quale ha riconosciuto il piano di Dio,
la Sua Provvidenza.
Il Signore ti chiama!
Il giorno di oggi è la risposta
alla chiamata di Dio a dare la sua vita:
“Eccomi!”.
La professione, la consacrazione
è un dono di Suor Maria Rachele
a Cristo e alla Chiesa, cioè a tutti noi.
Maria Rachele si consacra a Dio,
mentre Dio la consacra e la fa sua.
Oggi, il Signore le parla al cuore
con le parole della prima lettura:
“Ti prendo dalle genti,
ti aspergo con acqua pura,
ti purifico da tutte le vostre sozzure
e da tutti i vostri ìdoli,
ti do un cuore nuovo,
un cuore di carne
metto dentro di te uno spirito nuovo”.
Abbiamo ascoltato la parabola
della vigna e del padrone.
Quando il papa Benedetto XVI fu eletto,
le sue prime parole erano:
“I padri cardinali hanno scelto me,
umile lavoratore nella vigna del Signore”.
Benchè eletto a capo della Chiesa cattolica
con queste parole
il Papa si definiva come umile lavoratore,
sottolineando in tal modo
che il suo ministero era un servizio.
Allo stesso tempo rende chiaro
che la Chiesa non è sua,
che il mondo non è suo,
ma tutto è vigna del Signore.
Questa visione era ed è un segno molto importante,
perchè ogni giorno veniamo sedotti
a fare come quei vignaioli della parabola.
Loro perdevano di vista
che la vigna era del padrone,
che erano solo umili lavoratori.
E noi pure siamo tentati a pensare
che abbiamo un diritto al successo,
alla felicità, agli onori, alle risorse e al benessere,
che tutto gira intorno a noi
e che noi soli siamo responsabili e capaci.
Ma no, non è così!
tutto ci è stato dato,
il futuro non dipende da noi,
tutto è dono,
dono di Dio
e la vita vale la pena
se vissuta con umiltà, con fiducia, con gioia,
con tutte le qualità
che ci rendono
umili lavoratori nella vigna del Signore.
Ora, cara suor Maria Rachele
pronunzi i voti di ubbidienza, di castità e di povertà;
sono i tre consigli evangelici
che controcorrente
esprimono la nostra vera condizione:
nel mondo di oggi - un po’ narcicistico, secolarizzato -
sei segno di un altro mondo
e del vero significato della vita quaggiù:
non siamo così grandi, potenti,
la vita, questo mondo non sono le nostre proprietà,
non siamo maestri, non siamo padroni,
ma umili lavoratori nella vigna del Signore.
La vera felicità sta
nell’umiltà, nel dono di se stesso,
la vera gioia sta nella semplicità, nel servizio
e ultimamente in Dio.
Così, cara suor Maria Rachele,
ti posso gratulare
perchè la tua vita è un segno
che Dio è Signore!
Amen.